BRKN LOVE, l’esordio della rockband canadese

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Da poco nei negozi il primo album della band canadese BRKN LOVE, un lavoro di rock classico uscito per Spinefarm Records.

Il complesso ruota attorno alla carismatica figura di Justin Benlolo; il ventunenne di Toronto è infatti cantante, chitarrista e bandleader dei BRKN LOVE. Il suono proposto dal gruppo è un rock abbastanza classico che sfoggia varie influenze. Justin ha dichiarato di essere cresciuto consumando i dischi dei Led Zeppelin e dei Soundgarden, ma va detto che l’influenza dei primi si sente ben poco. Diverso il discorso per la band del compianto Chris Cornell: sia nella voce che in alcuni passaggi si coglie qualche retaggio. In realtà – sempre rimanendo dalle parti di Cornell, forse è più l’altra sua band, gli Audioslave, ad aver segnato la musica dei BRKN LOVE.

Altre influenze evidenti sono quelle dei nomi più o meno importanti del rock degli anni tra 2000 e 2010; i White Stripes e gli Artic Monkeys, ma anche gli australiani semi dimenticati Wolfmother e Jet.

Quello che viene da chiedersi in questi casi è se un tipo di musica del genere abbia ancora senso. Il lavoro dei BRKN LOVE si colloca infatti in un limbo sospeso: non è totalmente derivativa come quella di tanti gruppi scandinavi nostalgici degli anni d’oro del rock (Graveyard, Witchcraft) o di una band come i Greta Van Fleet; non ha però nemmeno le potenzialità commerciali di Artic Monkeys o Jack White. Il disco insomma suona datato senza avere però le attrattive per chi è attirato dal vintage a tutti i costi.

“Quando ho pensato di fondare una band per la prima volta, avevo bisogno di tutti gli elementi del rock ‘n’ roll che ho sempre amato: grandi chitarre, grandi batterie e grandi voci” – racconta sul sito dei BRKN LOVE Justin.
“Non volevo che fosse troppo complesso. Qualcosa che tutti possano digerire in un formato breve e piacevole. È musica alternativa, ma è anche pesante. Cerco di arrivare subito al punto. Ci sono così tanti di questi ragazzi che si fanno ancora vedere agli spettacoli e ascoltano musica rock. C’è ancora posto per qualcosa di autentico. Questo è quello che voglio fornire. “

Il disco dei BRKN LOVE è stato registrato in analogico in California, con l’intenzione di catturare l’energia della band quasi come se fosse un live.

Shot Down è il brano scelto come singolo; si tratta di un pezzo davvero molto efficace di hard rock, guidato dalla chitarra di Benlolo che snocciola riff che sembrano uscire da qualche outtake degli Audioslave. Il musicista di Toronto sembra scimmiottare nel canto Jack White, con una resa alquanto efficace. Il testo è denso di metafore sessuali, ma – come dice Justin – può essere anche interpretato alla lettera come la descrizione di una catastrofe naturale.

Anche l’apertura di I Can’t Lie, tra Cult – ve li ricordate? – e Artic Monkeys risulta molto efficace, sorretta da chitarre taglienti e liriche corrosive. Il problema di questo BRKN LOVE è che troppi pezzi scivolano via senza lasciare l’impressione delle due canzoni citate. Sembra quasi che non ci fosse ancora abbastanza materiale a disposizione e si sia voluto comunque far uscire il disco. Ed ecco così scorrere canzoni francamente trascurabili – Papercuts e Seventeen – mentre solo giocando la carta della ballata – Oxygen – la situazione pare risollevarsi. Forse sarebbe stato meglio far uscire un EP, a questo punto.

In sostanza, BRKN LOVE è un disco anche piacevole da ascoltare, ma in un panorama musicale che certo non privilegia questo tipo di suono, rischia di passare inosservato. E sarebbe un peccato per le doti indubbie del cantante e chitarrista canadese. Aspettiamo quindi di vedere l’evoluzione della band, sperando riescano a trovare una personalità più definita.

Andrea La Rovere
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