Ayrton Senna: la mia canzone preferita

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Sono passati 27 anni dalla tragica scomparsa del pilota brasiliano Ayrton Senna sull’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, durante il GP di San Marino. Una gara che ha segnato la storia della Formula 1 per sempre.

Immaginate la carriera di Ayrton Senna come una canzone, proprio così, una canzone, in tutte le sue caratteristiche: una intro, una strofa, un ritornello che si ripete ed anche un outro. L’autore di questa canzone è appunto Ayrton Senna che è lì a comporre questa canzone senza lasciare nessun dettaglio, tutto alla perfezione. Ed ecco che quindi in questo articolo parlerò della carriera del pilota brasiliano come se stessi parlando di una canzone, la miglior canzone che io abbia mai sentito.

La canzone comincia con una intro che fa capire le intenzioni di quel pilota brasiliano con il sogno di arrivare a tutti costi, facendo tutti i sacrifici possibili, in Formula 1 e vincere.

Comincia la canzone, parte un arpeggio, magari un po’ distorto (per far si che ci sia il fattore “cattiveria”) ma che sia ben scandito, che si capiscano bene le note, mettiamoci anche qualche nota di un immaginario chitarrista solista. Ed ecco la intro perfetta per descrivere la nascita dell’Ayrton Senna pilota, di quel ragazzo brasiliano che è riuscito in pochi anni, anzi, in poche gare, ad entrare nel cuore di tutti gli appassionati ed addetti ai lavori della Formula 1.

Ayrton Senna

Ed ecco che quindi l’arpeggio ed il mini solo di sottofondo cominciano a raccontare della nascita del pilota Ayrton Senna. Di come quel pilota brasiliano che cominciò a lasciare il segno già nei Go Kart, rivoluzionando, anzi, inventando, una nuova tecnica di guida dei Kart. Tecnica ormai adottata universalmente da tutti i piloti di Go Kart.

L’arpeggio continua a “parlare” e passa a raccontare dell’Ayrton che si trasferisce in Inghilterra, facendo il sacrificio enorme di lasciare la sua terra, i suoi averi, la sua famiglia. Lasciò tutto, visse dentro un roulette, pur di partecipare alla gare delle formule minori, in cui, anche in quel caso, lasciò il segno, vincendo e segnando record su record.

Mi immagino tre strofe: la prima cantata con cattiveria. Quella “cattiveria positiva” con cui Ayrton Senna approdò in Formula 1. Poi, le ultime due strofe, che racconteranno con leggerezza i suoi mondiali vinti.

Ayrton Senna arrivò in Formula 1 nel 1984, la sua prima scuderia fu la Toleman, con cui mise in atto i primi versi della prima strofa. Versi che raccontano di come in quel Gran Premio di Monaco, in condizioni di pioggia estreme, riuscì ad arrivare al podio con una macchina nettamente inferiore, sfiorando la vittoria per pochi secondi. Ecco che quindi, se mi dovessi immaginare la prima strofa, me la immaginerei cantata con cattiveria. Quella stessa “cattiveria positiva” con cui Ayrton si fece conoscere in F1. Da quel GP a Monaco, fino alle prime vittorie con la Lotus.

Dopo questa prima strofa, ce ne sarebbero delle altre due, che racconteranno dei mondiali vinti da Ayrton Senna in Formula 1. Una delle due strofe sarebbe molto calma, a rappresentare appunto quella calma con cui Senna guidava. Una guida che gli permise di mettere in atto corse e giri di qualifica leggendari. Una rilassatezza che a lui piaceva, perchè lo faceva sentire in un’altra dimensione, lo faceva sentire, come più volte dichiarò, a contatto con Dio. Un “contatto” che lui ebbe per la prima volta nel 1988, durante il suo storico giro di qualifica a Monaco:

“Ho sempre avuto un contatto speciale con Dio. Lui mi ha sempre dato molto. È stato a Montecarlo, che ho avuto la prima esperienza diretta con Dio. È stata una cosa molto importante. A partire da questo primo contatto io sono riuscito a comprendere tutta una serie di cose e di fatti che mi erano toccati precedentemente e i cui contorni mi erano sfuggiti. È tutto molto soggettivo, nel campo della fede, e può anche essere discutibile. Io dico che ho sempre ottenuto tutto ciò che ho chiesto”

La seconda delle due, invece, tornerebbe alla “cattiveria”, quella “cattiveria” che ha segnato la rivalità con Alain Prost, che prima fu sia suo compagno di squadra che suo rivale, e poi solo rivale a bordo prima, della Ferrari e poi della Williams. Rivalità con cui Ayrton Senna si rese conto che la Formula 1 non fosse quello sport che sognava, ma lui, guidato dalla passione continuava a dare tutto. Questa strofa avrebbe anche dei versi “romantici”, per ricordare la romanticità di una rivalità storica.

Ayrton Senna

Ora pensiamo ai ritornelli, e che cosa dovranno raccontare, a ripetizione, i ritornelli? Beh, dovranno raccontare chi fosse Ayrton Senna uomo, cosa significasse avere Senna in Formula 1.

Saranno dei ritornelli che si apriranno, con una linea vocale celebrativa, a celebrare quell’ Ayrton Senna che rese fiero un paese intero e che a sua volta andava fiero del suo paese. Di quel pilota che dopo aver vinto ad Interlagos nella sua gara di casa, in Brasile, con il cambio della sua McLaren bloccato in sesta (e ciò rendeva inguidabile la macchina), salì lo stesso sul podio e con le braccia praticamente bloccate decise comunque di alzare il trofeo, pur di festeggiare con la sua gente. Racconteremo anche di quel Senna che nel paddock era visto come un “pazzo” per il suo fidarsi troppo di Dio, proprio come disse il suo rivale Alain Prost:

“Ayrton ha un piccolo problema, crede di non potersi ammazzare solo perché crede in Dio e in cose del genere. E’ molto pericoloso per gli altri piloti”

Ayrton Senna

Ayrton Senna non c’è più da 27 anni, da quel maledetto primo maggio 1994, questa canzone non avrà un outro scritto appositamente perchè voglio lasciare che sia proprio Lucio Dalla con la sua “Ayrton” a ricordare il pilota brasiliano. Proprio lui che, proprio come Ayrton Senna, era un genio nello scrivere storie bellissime.

Il mio nome è Ayrton, e faccio il pilota
E corro veloce per la mia strada
Anche se non è più la stessa strada
Anche se non è più la stessa cosa

Marco Mancinelli
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