Colpa d’Alfredo: quando Vasco Rossi divenne “rock”

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Con Colpa d’Alfredo di Vasco Rossi, l’Italia conobbe il “rock”. Oggi il terzo album del Blasco uscirà in edizione speciale e rimasterizzata proprio in occasione dei suoi quarant’anni.

Vasco Rossi è da sempre considerato il “rocker” italiano per eccellenza, ma non tutti sanno che fu proprio grazie a Colpa d’Alfredo che il Blasco riuscì a farsi considerare tale. In Italia il Rock aveva già tentato “l’attacco”, già erano arrivati i Beatles, i Rolling Stones e tanti altri gruppi che nei loro anni d’oro erano presenti in tutti le classifiche mondiali, ma non riuscirono a portare il loro genere nel bel paese. Serviva qualcuno di italiano, qualcuno che facesse rendere conto al grande pubblico che anche un italiano potesse essere e fare Rock.

Vasco Rossi

Ma Vasco Rossi non volle portare quel Rock che era già arrivato e non era riuscito con l’affondo, il Blasco voleva portare un Rock più duro e “sporco” pur rimanendo quel Vasco romantico e poetico. Colpa d’Alfredo fu perfetto per questo, ma solo qualche anno dopo il 1980 (anno d’uscita dell’album) la gente si rese conto che il “Rocker di Zocca” aveva portato in Italia qualcosa di diverso, capace di far “finire” l’era del cantautorato italiano.

Il Vasco Rossi poeta, il Vasco Rossi contro la censura ed il Vasco Rossi voce di ribellione. Con Colpa d’Alfredo cominciò tutto.

I tanti Vasco Rossi che conosciamo oggi arrivano proprio da Colpa d’Alfredo, chi più e chi meno, ogni traccia del terzo album rappresenta un Blasco diverso (che poi si è evoluto con il tempo), da quello romantico a quello “incazzato” che dava voce alla rabbia giovanile del tempo. Ma dei tanti Vasco arrivati meglio a noi c’è quello poetico, e non è un caso che proprio con “Anima Fragile” si sia deciso di annunciare la ri-edizione. Una canzone che dedicò al padre, che è ormai riconosciuta come la colonna portante delle poesie del Blasco.

Poi c’è il Vasco Rossi scorretto, quello che ebbe la sua prima battaglia contro la censura con la title-track “Colpa d’Alfredo”. Una canzone con cui il Blasco cominciò ad essere scorretto e “volgare”, una caratteristica che riprese più volte durante la sua carriera ma mai come ai livelli della prima traccia di Colpa d’Alfredo. Nell’album ci fu anche “l’anteprima” del rocker che si faceva carico della voglia di ribellione dei giovani in due modi completamente diversi.

Da una parte c’era quel parlare dei giovani “spericolati”, di quelli che Vasco Rossi avrebbe difeso con “Siamo Solo Noi”. In Colpa d’Alfredo ci fu “Sensazioni Forti”, che rappresentava quella voglia dei giovani di “divertirsi”, quella voglia di fa capire alla generazione che li aveva cresciuto che il mondo stava cambiando. L’altro Vasco che faceva parte ed appoggiava la ribellione dei giovani di quegli anni venne fuori con “Asilo “Republic””. Quest’ultima traccia è una delle prime in cui il Blasco si prendeva carico del parlare di fatti di cronaca collegandoli a fattori sociali giovanili, che sono ancora molto attuali.

Colpa d’Alfredo arrivò dopo, molte persone si resero con del Vasco Rossi “cattivo” solo dopo certi episodi durante la sua carriera.

E’ vero, Vasco Rossi diventò il cattivo solo dopo le sue apparizioni a Sanremo, con “Vita Spericolata” e “Vado al Massimo”, due canzoni sempre rappresentative, ma per sbaglio o per fortuna, furono considerate come rappresentati di quel rock maleducato e sporco. Io la considero più una fortuna però, perchè per certi album, come nel caso Colpa d’Alfredo, rimanere nell’anonimato o essere considerati solo all’interno del fandom, per mantenere il loro significato senza essere influenzati da fattori esterni, facendoli diventare “qualcuno” solo da “vecchi”, quando è già stato tutto detto ed assimilato.

Vasco Rossi

Marco Mancinelli
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