I Quartieri: siamo soltanto tempo

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Di sentimenti, di malinconie, di sincerità e di dolcezze. Del ritmo troppo veloce, del non avere tempo. Si parla di ASAP, il nuovo album de I Quartieri, uscito un mese fa per la 42records. Un bel ritorno della storica band romana dopo 6 anni di attesa, con un titolo che sta per As soon as possible e che forse potrebbe essere un inno alla lentezza kunderiana.

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La band romana formata da Fabio Grande, Marco Santoro e Paolo Testa.

Scene quotidiane di storie quotidiane, i ricordi lontani chiusi in una fotografia, la prima traccia, ASAP, è accompagnata da una dolcezza musicale che tocca lentamente le scatole chiuse nel deposito dei ricordi. La storia di chi c’è nel momento più vero, anche se non si vede, di chi ha paura del futuro e di chi in realtà sente solo la mancanza di qualcuno. I Quartieri ci dicono così che son tornati e che sono stati sempre qui. E ci sono allo stesso modo, mantenendo il loro stile senza cadere nel tranello del successo di massa che punta soltanto a scalare le classifiche indie su Spotify.

I Quartieri verso Marte

C’è un invito, quasi calviniano, a mettersi comodi e abbandonare tutto ciò che ci circonda, dimenticare il suono delle lancette, per poter partire verso un’altra dimensione, un altrove che a volte è Marte, altre volte è soltanto la dimensione dei sogni. Con Vacanze su Marte, viene messo il risalto il leitmotiv che abbraccia tutto l’album, quello del tempo. In una società in cui ci ritroviamo ad essere soltanto tempo e in cui il tempo è tutto ciò che abbiamo, denunciano lo spreco del tempo perso sui social, nella fiera della vanità, nel circolo delle apparenze.

Il damerino dei millennial

Balla balla damerino è una traccia dove non troviamo il ballerino di Dalla, ma il damerino dei millennial che si prepara per andare in scena. È forse la realtà musicale di oggi, di chi usa frasi ad effetto, “stupido ladro di canzoni vuote”, è il finto artista contemporaneo che deve curare la propria immagine social, deve seguire il comandamento della nostra religione: ricordati di dare agli altri ciò che vogliono per ottenere il successo. Chi si abitua a seguire i modelli fissi come automi poi non sa rendersi conto di non saper nemmeno ballare.

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Dal video ufficiale del brano Siri, I Quartieri.

La storia di chi non sa andare lontano, perché per farlo non bastano “frasi d’effetto, rototalco”. È forse un po’ questo il senso del damerino, di chi pensa di fare grandi cose per il senso dell’arte che sente e poi si ferma alla prima opportunità di successo, rinunciando ad andare lontano. Per fortuna I Quartieri non l’hanno fatto. Non hanno cambiato la loro essenza per raggiungere la massa, sono tornati e sono sempre loro, e noi, ne siamo felici.

I due singoli: Siri e Vivo di notte

L’uscita del disco è stata anticipata da quella di due brani, Siri e Vivo di notte: “mi racconto sempre che cambierò domani” ci riporta al fil rouge del tempo e mi ha ricordato un po’ il Cheyenne di Sorrentino che si rammarica per il tempo che passa tra il dirsi “un giorno farò così” a quello in cui si dice che ormai è andata così. Perché è più facile vivere di notte e addormentarsi quando si sveglia Roma.

“È solo paura sopra il mio cuscino, tu non ti svegliare mai. E quando arriva il giorno l’illusione sfuma, il buio esiste solo perché la terra gira. Di notte veglio su di te. E se avrò paura sopra il mio cuscino tu non mi svegliare mai”.

Raccontano con una semplicità ormai dimenticata, i problemi esistenziali della società. Del non trovare tempo per se stessi, per le cose che si amano, per le persone che si amano, perché c’è il ritmo veloce della vita in città, c’è il lavoro che conta, ci sono le apparenze da salvare. Ci sono solo scambi veloci su Instagram, è il secolo del tempo scandito dai social network.

Armonia tra racconto e musica

C’è un perfetto equilibrio tra il testo scritto e il testo musicale, si abbracciano e accompagnano a vicenda senza perdere il ritmo. Tocca melodie dolcissime alternate ad altre più musicali, è un crescere e andare insieme in un’altra dimensione.

6 e 45, chiude l’album ed è forse, almeno per me, la canzone più triste e più rappresentativa. La dimensione dei sogni si fa concreta e non è più un generico altrove, c’è la malinconia di chi aspetta la notte per comunicare con l’unica persona con cui si vuole realmente parlare. Ma non parla, perché è soltanto un sogno.  “Cerca di ignorare il suono della sveglia che quel giorno poi ti porta via. Tu sei con me ma non parli con me, ma tu tornerai solo se dormirò e quanto ancora manca, seguo la lancetta e giro intorno ancora un po’”.

TRACKLIST:

  • Asap
  • Siri
  • Vacanze su Marte
  • Balla balla damerino
  • Vivo di notte
  • Raggio X raggio
  • Spiaggia bianca
  • 6 e 45

Giusy Esposito
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