The Boys, il dissacrante “sottosopra” del superhero’s world

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Cinici, spietati, viziosi, violenti e senza scrupoli.  A contrastare la zuccherosa e variopinta legione targata Marvel arrivano gli “eroi” di The Boys

Noi tutti siamo cresciuti con la classica retorica dell’eroe. Fin dagli albori dell’umanità, con le epopee dei classici greco/latini passando per i romanzi cavallereschi fino ad arrivare alla letteratura contemporanea, l’eroe ha sempre avuto un’immagine precisa. L’uomo retto, giusto, dotato talvolta di poteri straordinari, talvolta di grandi menti e virtù eccezionali, in grado di rappresentare il meglio del meglio dell’umanità.

Oggi più che mai, nell’era del Marvel Cinematic Universe, l’eroe è diventato nell’immaginario collettivo, anche se talvolta molto “umano” e non privo di difetti, sintesi e catalizzazione di bontà e coraggio. Con The Boys, finalmente, il tabù viene infranto nella maniera più brusca possibile.

Vendesi eroi – La Trama

La serie, targata Amazon Prime e basata sul noto fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, capovolge la figura del paladino, rendendolo portatore “malsano” di quanto di più spregevole sia individuabile nei più reconditi anfratti dell’animo umano.

Il mondo è ormai ricolmo di supereroi di ogni genere e tipo e la Vought-American, spietata multinazionale, a mò di discografica li gestisce, vende e promuove, creandone degli idoli e, soprattutto, coprendone vizi e difetti. Creati in laboratorio e “affittati” al miglior offerente, gli eroi della Vought sono quanto di più simile al riassunto dei peccati capitali umani. Su tutti, a portare gloriosamente in alto il brand, vi sono i Seven, il gruppo di “super” più potenti (e rinomati) al mondo che, capitanato dall’idolatrato Patriota (Anthony Starr), spadroneggia in tutta l’America agendo senza remore e incurante dei, talvolta molti, effetti collaterali delle sue azioni.

The Boys
Il famigerato gruppo di Super, i 7

Stupratori, omicidi, incontrollabili viziosi, drogati e narcisisti, i “super” si ritrovano di fronte la ferma opposizione del gruppo soprannominato “The Boys”, uno sgangherato team allestito dall’ex federale Billy Butcher (Karl Urban) per sgominare e smascherare, una volta per tutte, la più grande truffa di tutti i tempi. Coadiuvato dal giovanissimo Hughie, dal tutto fare Marvin/Latte Materno, dal romantico e sentimentale armaiolo Frenchie e dalla “super” Kimiko, “i ragazzi” in modo rocambolesco affronteranno i Seven fino ad arrivare ad una solamente provvisoria resa dei conti finale.

Eroi al contrario, come sbeffeggiare Marvel e DC

Ideata dalla geniale mente di Garth Ennis (autore anche di Preacher) e disegnata dalla mano di Darick Robertson, la serie “fumettistica” di The Boys arrivò sul mercato nel 2006 sotto il brand della DC che, vedendone l’eccessivo calco “caricaturiale” e dissacratorio nei confronti della classica retorica eroistica, deciderà in breve di sospendere il progetto. Nel 2007 la Dynamite Enteratainment, vedendone l’indubbio potenziale, permetterà ad Ennis di proseguire la sua opera portando sulle filiere della grande diffusione il fumetto.

I “Super” di The Boys riprendono in modo sfacciatamente caricaturiale i più noti personaggi di Marvel e DC, ribaltandone i valori. Da un Patriota nato dall’incrocio tra i poteri di Superman e la retorica di Captain America, ad Abisso (come non pensare ad Aquaman?) e Queen Maeve (nella serie un chiaro riferimento a Wonder Woman), il gruppo dei dotati ci mostra tutte le sue spietate perversioni e malsane tendenze.

Deboli, distruttibili, narcisisti, traviati dal proprio potere e concentrati solo su notorietà e guadagno

Ironico il parallelo, molto sottile e forse volontario, tra Vought e Disney. Due multinazionali dall’assoluta potenza, entrambe capaci di fruttare ingenti quantità di soldi tramite la vendita di non solo personaggi ma, soprattutto, di valori che, impacchettati e imbellettati, diventano il pane quotidiano di grandi e piccini.  Quella portata dalla serie di Amazon Prime sembra di fatto una sottile caricatura del mastodonte “topoliniano” che, grazie all’MCU, ha acquisito la gallina dalle uova d’oro in grado di renderla il peggiore nemico di un qualunque reparto dell’Antitrust presente sulla faccia della terra.

Con The Boys, Amazon Prime, fornisce al pubblico un prodotto godibile, di alto livello ma, sicuramente, dal range di pubblico limitato

Se sicuramente potrei portare un mio eventuale nipote a vedere le imprese di Spider-Man al cinema, altrettanto sicuramente non gli metterei mai il tablet in mano con lo streaming di The Boys, il che è solo un bene. Puntando a un target adulto e liberandosi dalla morsa dei “piccoli”, la serie si permette di osare. La violenza è cruda, la visione offerta è dura e grezza, priva di scrupoli, è in grado persino di porre il focus su chiare scene di molestia sessuale, non evidenziate su schermo ma ovviamente sottintese (vedasi lo spregevole Abisso con l’innocente Starlight).

The Boys
Da sinistra a destra, Billy Butcher, Frenchie, Latte Materno e Hughie

Dotata di una fotografia particolare, colorata ma in grado allo stesso tempo di suggerire un feeling “decadente”, e di una cast che ha saputo alla perfezione tenere botta ai personaggi interpretati e al loro talvolta pachidermico peso, The Boys è una serie che intrattiene, diverte, scorre e cattura, rivelandosi, in conclusione, uno dei prodotti migliori offerto dal “nuovo” (ma non troppo) format seriale on line.

Una serie in grado di piacere e colpire tanto gli amanti dei classici supereroi quanto i più scettici e distanti dal mondo dei costumi e dei mantelli

Il tutto grazie alla sua capacità di ribaltare le retoriche usuali divenendo, in primis, una lente di ingrandimento estremamente realistica su ciò che di peggiore e becero alberga negli umani e, soprattutto, nei ben oliati meccanismi della società odierna, in particolare li dove i palazzi sono più alti e dove i soldi, ogni giorno, scorrono e cascate traviando e corrompendo anche l’animo dei più puri.

Lorenzo Natali
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